E' passato ormai un anno da quando questo show è sbarcato su Netflix e da poche settimane sono disponibili anche gli episodi della seconda stagione. Essendo una delle serie che più mi ha colpita recentemente ho pensato di lasciarvi la mia personale recensione sperando di invogliare qualcuno ad iniziarla: credetemi, ne vale la pena! Chiedo scusa in anticipo se mi sono un po' dilungata, ma descrivere in poche righe le sensazioni di una serie così complessa è stato più difficile del previsto.
Trama
Recensione
Partiamo dicendo che la serie ha la firma del trio Ryan Murphy, Brad Falchuk e Ian Brennan e questo si vede fin da subito! Un gruppo che non ha bisogno di presentazioni, basta citare serie come Glee, American Horror Story, Scream Queens e Hollywood. Personalmente ritengo che Ryan Murphy sia un vero genio con uno stile inconfondibile e che sa sempre (nel bene e nel male) sorprendere. Ho detto anche "nel male" perché chi segue le sue serie sa che spesso, a lungo andare, le serie di Murphy tendono a perdere un po' di consistenza, probabilmente a causa anche dalla scelta del cast che si sa essere molto (forse un po' troppo) ripetitiva. Senza fare troppi giri di parole non è un segreto che gli attori che interpretano i diversi personaggi nelle sue serie siano quasi sempre gli stessi e penso che questo nel tempo possa un po' stancare. Per questo motivo ho preferito guardare anche la seconda stagione per farmi un'idea di che direzione avrebbe preso la serie: in breve, The Politician approvata o cancellata?
Ebbene con mia grande felicità posso dire che The Politician è stata una piacevole sorpresa che non solo si è confermata nella seconda stagione ma si è anche rafforzata! La serie funziona perchè è una vera satira contro il mondo di oggi, il sistema governativo americano, la politica e la figura del politico in generale. Se nella prima stagione questa critica è leggermente percettibile, nella seconda rimbomba in ogni scena e si fa sentire in maniera molto forte. Ma andiamo con ordine: Payton (Ben Platt) è un ragazzo con un sogno preciso: diventare Presidente degli Stati Uniti. E con lui il suo gruppo di amici che come un vero e proprio staff, lo accompagnano in tutto il suo percorso. Ovviamente questa scalata deve avvenire in modo graduale: nella prima stagione Payton vuole diventare Presidente del consiglio studentesco ma ciò che colpisce fin da subito è l'atteggiamento che tutto il gruppo assume per raggiungere questo risultato ossia proprio come un politico gestirebbe la sua campagna da Senatore o da Governatore. Il tutto può apparire davvero surreale o esagerato ed è forse l'unico elemento che un po' mi ha fatto dubitare della serie nella prima stagione. E' vero, The Politician è una commedia e una satira, ma alcuni eventi sono gestiti in maniera un po' frettolosa, esagerata e fanno perdere un po' di credibilità alla serie. Nel complesso però mi aveva lasciato una buonissima sensazione. Per questo motivo quando ho iniziato la seconda stagione speravo in una conferma positiva e con mia grande gioia devo dire che è stato così: se la prima stagione mi aveva colpita, la seconda ha c'entrato in pieno l'obiettivo. Payton ora ha un'altra campagna da realizzare, più seria e competitiva e finalmente tutta la sua ambizione trova lo scenario adatto. La corsa alle elezioni è divertente, ricca di colpi di scena in ogni episodio con un cast rafforzato e che funziona. Forse l'unico difetto è nello sviluppo dei personaggi: mi spiego meglio, i protagonisti sono ben sviluppati, si conoscono (quasi) a 360 gradi. I personaggi secondari invece non sono troppo considerati, a causa anche dei pochi episodi e del breve tempo a disposizione. Avrei voluto un approfondimento su alcune figure (riferimenti a Astrid puramente casuali). I temi trattati sono attualissimi, dal razzismo ai problemi climatici, vero proprio fulcro della seconda stagione. Ho adorato che, in una serie in cui "assumiamo" il punto di vista dei candidati, in entrambe le stagioni ci sia un episodio chiamato "Gli Elettori" dove vediamo invece la reazione di chi segue la politica e che deve votare. Credo che questo cambio di punto di vista sia davvero interessante e permetta di capire la differenza fra come percepiamo la realtà e cosa effettivamente accade. Soprattutto in questa seconda parte, possiamo infatti vedere quanti intrecci e escamotage la politica mette in atto per raggiungere i suoi obiettivi, il tutto condito con tanta ironia e divertimento. Non mancano i momenti emozionanti e romantici che fanno da cornice alla serie ma che sono necessari, anche per capire cosa effettivamente significa stare attorno a qualcuno che fa parte di questo mondo. Insomma approvata in pieno! Non è una serie perfetta, ma ne vale la pena. Sarei molto curiosa di commentare con voi e di sentire le vostre impressioni! Se volete farlo, non esitate a lasciare un commento e scrivere alla pagina nei social Instagram e Twitter.
Cast
- Payton è Ben Platt;
- Astrid è Lucy Boynton;
- Infinity è Zoey Deutch;
- Georgina è Gwyneth Paltrow;
- River è David Corenswet;
- Alice è Julia Schlaepfer;
- Dusty è Jessica Lange;
- Dede e Hadassah (seconda stagione) sono Judith Light e Bette Midler
La vita non è un treno, è un tornado di merd* pieno d'oro. Non devi avere un piano. Devi cercare di stare pulito e afferrare tutti i lingotti che puoi
Come immagine non è delle migliori, me ne rendo conto, ma dentro ci vedo una grande verità. La vita non è programmabile, non possiamo decidere ogni singola cosa del nostro destino, ma dobbiamo saper vedere il buono che ci circonda, la luce nel buio, il bicchiere mezzo pieno. Solo afferrando "i lingotti della vita" potremo sentirci ricchi davvero.
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